Londonderry

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Friday, September 4, 2009

L'alba di sangue che sconvolse la Beat Generation


REVIVAL. È il 13 aprile del 1944. Kerouac e Burroughs stanno ponendo le basi del fenomeno culturale che segnerà più di una generazione. Ma quella sera il loro amico Lucien Carr uccide il gay David Kammerer. Anche i due scrittori, allora semisconosciuti, vengono arrestati. Così decidono di raccontare la tragedia in un libro. Rimasto nell'ombra per oltre sessant'anni.

Libertà, stravizi, eccessi, psichedelia, nomadismo, esistenzialismo, spiritualismo, traversate nella sterminata e vergine America, prosa innovativa ed istintiva, eccetera. Ma la Beat Generation, della quale si è detto di tutto e di più e che è ultimamente tornata di moda dopo la recente scomparsa del suo ambasciatore italiano Fernanda Pivano, non è stata soltanto questo. O almeno, non è nata esattamente in questi termini. Difatti, questo straordinario movimento, che sboccerà ufficialmente negli anni Cinquanta con la pubblicazione del trittico Sulla Strada di Jack Kerouac, Pasto Nudo di William Seward Burroughs e l'Urlo di Allen Ginsberg e che proverà a rivoltare l'America come un calzino, sfocerà successivamente anche nella cultura hippie - deriva dalla quale Kerouac si dissocerà fermamente. Ma, prima della svolta pacifista, i suoi albori furono letteralmente insanguinati da un omicidio a sfondo omosessuale che coinvolse e segnò per sempre due beatnik assoluti come Kerouac e Burroughs. È il 13 agosto del 1944. Quella sera il tignoso fiume Hudson di New York sarà più rubicondo che mai.
Protagonisti della tragedia furono un altro componente della cerchia letteraria beat, ovvero Lucien Carr - amico di Burroughs ma soprattutto di Kerouac - e il suo ex insegnante di inglese, l' omosessuale David Kammerer. La vicenda ispirerà diverse opere beat, ma soprattutto darà vita ad un acerbo romanzo scritto a quattro mani tra il '44 e il ‘45 dagli allora semisconosciuti Kerouac e Burroughs. Non poteva essere altrimenti. Tra l'altro, Jack aveva conosciuto William - nonché il "compagno" Allen Ginsberg - proprio tramite Carr, puro collante tra geni letterari Beat. Il manoscritto è rimasto nascosto sino a qualche mese fa. Poi, a novembre 2008 è stato pubblicato in America e Uk - mentre in Italia non ha fatto ancora capolino. Il suo nome è già tutto un programma: And the Hippos Were Boiled in Their Tanks (Grove Press, pp. 224, 24 $). Tradotto: E gli ippopotami sono stati bolliti nelle loro vasche.
Titolo, è il caso di dirlo, scottante. Ma cosa c'entra con l'omicidio del gay Kammerer? Molto probabilmente nulla. Alcuni decenni fa spiegò Burroughs: «Era in onda un programma alla radio. C'era stato un incendio in un circo e alla radio dissero: "E gli ippopotami sono stati bolliti nelle loro vasche!". Così utilizzammo la frase come titolo del libro». Versione parzialmente confermata da Kerouac in un'intervista del 1967 a Paris Review. La tragedia alla quale i due probabilmente si riferiscono, però, è quella dell'incendio al circo di Hartford, Connecticut, del 6 luglio 1944, detto anche "il giorno del pianto dei clown", precedente all'omicidio Kammerer. Bilancio: 165 morti, più di 500 feriti. Proprio in quei giorni, Burroughs andò a trovare Kerouac nel suo appartamento newyorkese alla 118esima strada. Tutto sembra tornare. Così come ritorna, nelle menti dei due scrittori, l'omicidio che i due romanzano nel libro, alternandosi nei capitoli a firma di Mike Ryko (ovvero Kerouac) e Will Dennison (Burroughs). Entrambi figurano anche tra i protagonisti del romanzo, nel quale si snoda presto il tortuoso legame che lega Philip e il meno giovane Al, nella realtà rispettivamente Lucien Carr e David Kammerer. Con quest'ultimo letteralmente infatuato dal suo ex allievo, folle di un amore (pare) mai corrisposto.
Nel primo capitolo (scritto da Dennison/Burroughs) siamo proprio a casa di Will, dove, passate le 24, si è imbucata una compagnia di sfattoni perdinotte. Ad un certo punto, due della cricca, gli ubriachi Philip/Lucien e Al/David, irrompono sul terrazzo del palazzo e fanno baldoria fino all'alba. Il giorno dopo Philip riferisce agli amici come nella circostanza Al lo abbia baciato sulla bocca. L'offerta di Mike/Kerouac (lo scrittore era stato appena cacciato effettivamente dalla Marina Usa) di saltare su una nave, salpare, trasferirsi in Francia e fare gli scrittori maledetti (nonostante la Seconda guerra mondiale sia ancora in pieno corso) capita a fagiolo per Philip che, nonostante sia platonicamente legato alla sua Barbara, ha l'occasione di recidere completamente gli oscuri rapporti con l'omosessuale Al. Il quale, nel frattempo, fa di tutto per conquistare la sua preda Philip, a mo' di "stalking". Ma, per vie di coincidenze assolutamente sfortunate, Philip e Mike non riescono a partire e restano negli Stati Uniti, a tessere sfibrate ragnatele di sogni e citazioni e a sbronzarsi in giro per New York. Sino al tragico avvenimento: Philip, di fronte all'ennesima avance di Al, prende un'accetta, trucida il suo spasimante e ne getta il cadavere nel fiume Hudson.
Una ricostruzione molto simile alla realtà. Con qualche sostanziale differenza, tuttavia. Lucien uccise David con un coltello da boy scout, non con un'accetta. Nel libro, inoltre, Carr, con i vestiti ancora insanguinati, si rivolge sia a Ryko/Kerouac che a Dennison/Burroughs ed entrambi, come realmente accadde, lo convinsero, in un modo o nell'altro, a costituirsi. Ma nella vita reale, a differenza di And the Hippos, Kerouac aiutò Lucien anche a sbarazzarsi dell'arma del delitto. E pochi giorni dopo l'omicidio - manca anche questo nel libro - sia l'autore di Sulla Strada che Burroughs vennero arrestati dalla polizia, perché coinvolti nella vicenda e considerati testimoni oculari importanti. William si fece pagare la cauzione dal padre e uscì subito di galera, lo stesso non fecero i genitori di Jack. Che per tornare in libertà, seppur provvisoria, non ebbe altra soluzione se non quella di sposare in carcere la sua ragazza Edie Parker. E farsi pagare la cauzione dai suoceri.
Una tragica esperienza che, alla vigilia dell'esplosione Beat, segnò per sempre i due scrittori e la loro generazione letteraria. Burroughs, scioccato dall'omicidio, si diede alla morfina per dimenticare. Per quanto riguarda Kerouac, invece, oltre a The Hippos, anche il suo primo romanzo di spessore La Città e la Metropoli (1950) conta tra i protagonisti Carr e Kammerer, stavolta con i rispettivi pseudonimi di Kenneth Wood e Waldo Meister. Ma se qui la morte di quest'ultimo viene sbrigata dalla polizia come un caso di suicidio (Meister cade nel vuoto curiosamente dalla finestra dell'appartamento di Wood), nella sua successiva opera Vanità di Duluoz del 1968 i fatti sono nuovamente presentati in una veste omicida. Lo stesso Allen Ginsberg, tra l'altro, aveva già iniziato un romanzo ispirato alla vicenda dal titolo The Bloodsong (La canzone insanguinata), subito dopo il delitto del fiume Hudson. Ma poi rinunciò all'idea persuaso dal suo tutor della Columbia University - dove Carr era studente - per non infangare pubblicamente il buon nome dell'università.
E che ne fu dell'omicida Carr? Passò solo due annetti in galera, poi uscì, mantenne saldi i suoi rapporti con Kerouac (fu anche il suo testimone di nozze con la seconda moglie Joan Haverty) e cominciò a lavorare per l'agenzia di stampa United Press International, dove fu protagonista di una brillante carriera (vagamente profetizzata dalle ultime righe nel romanzo di Burroughs-Kerouac). È stato lui che, fino a quando è rimasto in vita, ha ostinatamente ostracizzato l'uscita di And The Hippos per preservare la sua carriera e non fare del suo incubo giovanile una ricorrenza senile. Quando però morì nel gennaio 2005 dopo una lunga malattia, cadde anche l'ultimo ostacolo per la pubblicazione dell'opera.
Opera che, tuttavia, ebbe non poche difficoltà di pubblicazione anche prima del veto di Carr. Nessun editore infatti era interessato al romanzo di questi due sconosciuti esistenzialisti su un omicidio omosex. Nonostante le reazioni di facciata delle case editrici fossero: «Oh sì, avete talento. Siete degli scrittori!». Tutto fumo. Ma del resto, ricordava William Burroughs al suo biografo Ted Morgan a metà degli anni Ottanta, «a posteriori, non vedo perché avrebbero dovuto pubblicarcelo. Non aveva appeal commerciale. Non era abbastanza sensazionale. Da un punto di vista strettamente letterario non era ben scritto, né era originale abbastanza. Era di genere estremamente esistenzialista, era roba che ancora non andava in America». Qui Burroughs, nonostante un curriculum psichedelico (in primis Pasto Nudo), non poteva scrivere nulla di più lucido. And the Hippos Were Boiled in Their Tanks è infatti un'opera più giovanile che mai: acerba, lineare, stantia, a sprazzi vivace, ma spesso disorientata. Ma soprattutto è orfana di quella verve sinestetica e di quella prosodia bop che esploderà nei successivi lavori di Burroughs e Kerouac, da Junkie - La scimmia sulla schiena al semitestamento di Big Sur, dove anche la morte ha un colore inconfondibile.

Antonello Guerrera

da Il Riformista, 30/08/2009

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