Londonderry

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Wednesday, September 15, 2010

Il fotografo-spia di Martin Luther King

E. C. WITHERS. L'autore degli indimenticabili scatti del movimento afro-americano e amico del reverendo era anche un agente dei “nemici” dell'Fbi. Una terribile macchia di una leggenda nera.

di Antonello Guerrera
Ernest “Ernie” C. Withers è un nome che, ai più, dice poco o nulla. Eppure fu uno storico fotografo del movimento antisegregazionista negli Stati Uniti, il dio dell'obiettivo afroamericano che ha consegnato alla storia la lotta guidata dall'“amico” Martin Luther King. Non a caso, le indimenticabili foto di quest’ultimo su un autobus finalmente per bianchi e neri a Montgomery, o in “Marcia contro la paura”, o quelle del suo funerale furono tutte scattate da Withers. Che immortalò King persino nella sua stanza d’albergo. A dimostrazione del ruolo così intimo che aveva all’interno del movimento negli anni 50 e 60.
Del resto, la sua fama era germogliata proprio dopo aver immortalato uno storico processo per il movimento di liberazione afroamericano, quello dell’omicidio di Emmett Till, un quattordicenne di colore che il 27 agosto 1955 si era permesso di fischiare a una ragazza bianca per poi essere dilaniato di botte dal marito e dal fratellastro della donna. Ma Withers, prima di darsi alla fotografia freelance per la causa nera (diventando un riferimento anche per i divi del baseball e del blues, da B.B. King alla Franklin), era stato, per tre anni, anche uno dei primi nove poliziotti neri della storia di Memphis.
Un valoroso pioniere afroamericano, insomma, la cui immagine però è stata violentemente lacerata lunedì in un articolo del Commercial Appeal di Memphis che ha pubblicato un’inchiesta scottante durata due anni: Withers, detto anche “The Original Civil Rights Photographer”, avrebbe smerciato all'Fbi, mentre immortalava la storia antisegregazionista, ogni tipo di informazione sugli attivisti afroamericani. Dalle loro abitudini agli appuntamenti, dai particolari biografici alle fotografie di incontri e marce di protesta sino ai numeri di targa delle loro macchine. Come nei migliori film di spionaggio, il fotografo più amato dai neri del Sud faceva semplicemente il doppio gioco tra il movimento afroamericano e due agenti della polizia americana. Questo per almeno tre anni, dal 1968 al 1970.
Ma perché un nero coinvolto e apprezzato come lui avrebbe gabbato così spietatamente i suoi “fratelli”? Qui la vicenda si complica, perché l'Fbi non ha concesso l’apertura del fascicolo su Withers. Eppure i file di quella cartella potrebbero chiarire molte cose: ovvero per quanto tempo il fotografo ha lavorato per l’Fbi, come venne reclutato dall’intelligence e soprattutto a quanto ammontasse il suo salario. Che poi è il punto centrale del suo tradimento, perché, come ha scritto il Commercial Appeal, Withers aveva otto figli ma forse non il denaro a sufficienza per crescerli. Proprio una sua figlia, Rosalind, ha risposto al quotidiano americano: «È la prima volta che sento una cosa del genere. Queste sono accuse pesantissime».
Paradossalmente, il caso è saltato fuori per un errore marchiano. Negli atti pubblici divulgati dall’Fbi, qualcuno si è dimenticato, più volte, di oscurare Withers e il suo nome in codice “Me 338-R”. L’Fbi ha fatto sapere di non conoscere tuttora le cause di questa grave mancanza, assicurando però che indagherà internamente sulla vicenda. Distrazione o altro? Chissà. Quello che è certo è che oramai la frittata era fatta. Il nome di Withers già campeggiava nei blog come «traditore». E la macchia sulla sua leggenda era così vistosa ieri da occupare le prime online di New York Times e Cbs.

Da Il Riformista
15/09/10

Tuesday, September 7, 2010

Rooney (ri)tradisce Coleen - Scoppia la coppia operaia


di Antonello Guerrera
Mentre la regina mostra al mondo i buchi delle scarpe, Wayne Rooney è piombato in un perfido buco nero che potrebbe rovinargli la picaresca carriera cominciata a pallonate tra i vicoli di Croxteth, il ruvido quartiere operaio di Liverpool. L’attaccante prodigio del Manchester United, secondo quanto rivelato al News Of The World dalla 21enne escort Jennifer Thompson (detta “Jeni la succosa”), avrebbe usufruito dei servizi della meretrice per ben sette volte da giugno a ottobre scorso al modico prezzo di 1200 sterline a incontro. Il tutto mentre l’adorata moglie Coleen, wag sui generis, era incinta del piccolo Kai, nato a novembre in un ospedale pubblico. Una vicenda «disgustosa» per amici e parenti dei due piccioncini. Wayne e Coleen, stando ai tabloid, sarebbero «a pezzi». Ma, nonostante tutto, stasera Rooney contro la Svizzera «giocherà», ha detto il c.t. inglese Capello. Che, stavolta, non ha usato il pugno di ferro come con l'ex capitano Terry.
Sta di fatto, però, che Rooney ha scioccato la Gran Bretagna, tradita, dopo i casi Terry e Cole, ancora una volta da un idolo della Premier League. Passi che il bomber 24enne, almeno fino al weekend scorso, non segnava con il Manchester United da marzo. Passi che ai Mondiali in Sudafrica è stato disastroso (come tutta la squadra). Ma la famiglia è cosa più seria. Anche perché il brutto anatroccolo Wayne aveva già tradito la sua compagna di liceo e poi moglie Coleen McLoughlin, conosciuta a 12 anni e conquistata a 16 dopo un invito al cinema per Austin Powers 2 mentre la aiutava a rimettere a posto la catena della bici. Era il 2004, Coleen era ancora illibata e Rooney, allora sedicenne, se la spassò in un lercio appartamento di Liverpool con la 47enne Patricia Tierney, detta anche la “vecchia sculacciatrice”.
All’epoca, le scuse del fedifrago vennero accettate. E i due, entrambi di estrazione cattolico-proletaria, si scambiarono nel 2008 le fedi in un maestoso matrimonio a Positano (costo 5 milioni di euro). Ma soprattutto, Wayne e Coleen erano la famiglia perfetta per gli sponsor, ovvero i Beckham degli operai. Adesso, però, tutta questa impalcatura è venuta tristemente giù. La Thompson ha raccontato molti dettagli alla stampa: il primo incontro con Rooney trasformatosi in un’orgia, la richiesta del calciatore di “sex toys” (i giocattoli hard), gli incontri davanti ai compagni di squadra (il Mail parla di un Michael Owen «disgustato» dal comportamento di Rooney), poco salutari pacchetti di sigarette pagati 200 sterline, gli «spudorati» messaggini del «timido» Wayne che invitava a casa la “succosa” quando Coleen non c’era, le offese a Cristiano Ronaldo («stronzo segaiolo»), eccetera.
Rooney è «indifendibile», dicono anonimi amici del calciatore ai tabloid. I timori che la storia venisse fuori girovagavano nell’entourage inglese, secondo il Sun, almeno da prima del mondiale. Che il calciatore avrebbe toppato perché timoroso dei rumour sulle sue scappatelle. Sabato scorso, Rooney, saputo che il giorno dopo ci sarebbe stato lo scoop del mese, è finito nel panico. E, dopo qualche minuto, stando al Mail, ha avuto la brillante idea di anticipare i tabloid e mandare un sms a Coleen, mentre lei era dal parrucchiere: ha confessato, aggiungendo in calce: «Ma non è nulla di serio». Esplosa in lacrime, Coleen ha abbandonato la principesca tenuta nello Cheshire da 5 milioni di dollari ed è tornata a casa dai suoi genitori. Mentre il marito Wayne, in tuta e borsone, saliva mestamente su un aereo per Basilea.
E ora che faranno gli sponsor? Rooney, oltre a guadagnare oltre 5 milioni di sterline annuali dallo United, ne accumula altri 25 tra spot e diritti di immagine da brand come Coca-Cola e Nike. Che, almeno per il momento, hanno fatto sapere che non strapperanno i contratti pubblicitari con il calciatore inglese. L'effetto Woods pare scongiurato. Ma con Coleen, questa volta, potrebbe essere definitivamente finita. E Rooney potrebbe soffrirne più di tutti. Proprio la moglie, nel 2007, scriveva nella sua autobiografia Welcome to My World: «Tocchiamo ferro. Ma se un giorno io e Wayne dovessimo lasciarci, sarà molto difficile per lui trovare qualcuno su cui potrà davvero contare».

Da Il Riformista,
08/09/10