Londonderry

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Tuesday, September 29, 2009

F.L.Wright, il Don Giovanni dell'architettura americana


INEDITO. Arriva il nuovo libro di T.S. Boyle sulle passioni femminili del genio americano. Dalla prima moglie Kitty alla protagonista Miriam, tutte amanti di polso e spesso isteriche. Relazioni scandalose finite anche in tragedia.

Donne ossessionate, donne fedeli, donne assassinate. In poche parole, Le Donne, il nuovo libro di Thomas Coraghessan Boyle da oggi in libreria (ed. Feltrinelli, 448 pp., euro 20) sulle (dis)avventure sessuali di Frank Lloyd Wright. Una dipendenza femminile, quella del grande architetto americano, che quest'opera romanzata racconta scartavetrando le linee temporali, mescolandone i resti cronologici e aggiungendo tocchi di fiction che rendono ancor più piccanti le vicende passionali di Lloyd. Un dongiovanni incallito che nel libro, in balia dell'harem di cui si è circondato, pone assolutamente in secondo piano i progetti e le creazioni delle sue opere architettoniche.
In realtà, questo non è l'unico limbo in cui galleggiava il genio americano. La vita privata di Wright, difatti, era troppo scandalosa per la società a stelle e strisce a cavallo tra XIX e XX secolo, tanto da far rischiare in qualche frangente all'architetto l'arresto per atteggiamenti immorali. I suoi comportamenti privati dovevano rimanere nell'ombra. E quando venivano alla luce erano guai. Vedi il rapporto troppo esplicito con Martha "Mamah" Borthwick, prototipo della femminista individualista e irriducibile amante di Wright, sposato dal 1889 con Kitty Tobin. Mamah, con la quale Lloyd fuggì in Europa nel 1909, è la protagonista dell'ultima parte di Le Donne. Il suo destino sarà il più tragico degli amori dell'architetto. Con i suoi due bambini, verrà uccisa nella strage che nel ferragosto del 1914 il domestico Julian Carlton inscenerà in un'ala della Taliesin, la casa appositamente progettata da Wright per vivere ed amare le sue donne in pace, al riparo dai bigotti lì fuori.
In quest'opera di Boyle - che tra le altre cose vive nella californiana Stewart House, casa progettata proprio da Wright - Mamah è la protagonista insieme ad altre tre donne che hanno segnato la vita dell'architetto "organico". Innanzitutto la prima consorte Kitty, emblema della moglie fedele e procace, che gli darà sei pargoli e che, nonostante i tradimenti del marito, accosentirà controvoglia al divorzio nel 1922. Poi c'è l'ultima moglie del lotto Olgivanna, giovane danzatrice montenegrina.
Al centro del libro, però, c'è indiscutibilmente un'altra donna di carattere risoluto, ossia la seconda consorte Maude Miriam Noel. La sua ossessione per Wright, che si scontrerà frontalmente con gli affetti di Olgivanna, domina totalmente la scena. La figura di Miriam è ben dipinta da Boyle che ne evidenzia i peggiori luoghi comuni: femme-fatale, istrionica, figlia di papà. La seconda moglie di Wright (a cui sarà legata dal 1923 al 1927 prima di divorziare), con la ferma convinzione di essere la sua unica vera donna, sarà il solido contraltare al carattere lunatico dell'architetto, gravato però da comportamenti oltre i limiti dell'isterismo. Come le altre amanti dell'americano, Miriam faceva di tutto per risaltare agli occhi del marito, che, al contrario, faceva poco per mascherare la sua non infrequente freddezza ed indifferenza fuori dal letto. Del resto la falsità non era di casa Wright. Lui stesso, molti decenni fa, dichiarò: «In vita ho dovuto scegliere tra un'arroganza onesta e un'umiltà ipocrita. Ho scelto l'arroganza».

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