di Antonello Guerrera
Sedici anni dopo La famiglia Winshaw e la critica all’Inghilterra thatcheriana, era lecito aspettarsi da Jonathan Coe un affondo ai rampanti (e rampolli) conservatori. Del resto, gli appigli (i tagli, il change, il parallelo Lady di Ferro-Cameron) c’erano tutti. Invece, no. Dopo l’ultimo La pioggia prima che cada, forse il libro più apolitico dello scrittore di Birmingham, Jonathan Coe torna domani nelle librerie italiane con l’atteso I terribili segreti di Maxwell Sim (Feltrinelli, 368 pp., 18 €). Dove la politica pura dei Winshaw, della Banda dei brocchi o del sequel Circolo Chiuso è oramai latitante.
«Tuttavia, credo che Maxwell Sim abbia comunque una dimensione politica», ribatte Coe al Riformista. Questo perché il protagonista Maxwell, un inglese di età e prospettive medie, è nel bel mezzo dell'ultima apocalisse finanziaria. In un mondo dove i deboli sono quelli che di economia, come Max, non capiscono un tubo. «La crisi finanziaria è decisiva nel libro. Ma è anche vero che, rispetto ai romanzi precedenti, sono meno politico, mi focalizzo di più sulla coscienza individuale: memoria, immaginazione, sessualità». In fuga dalla realtà (e dalla crisi), Max andrà a vendere spazzolini ecologici in Scozia, odissea-metafora della tragica leggenda del navigatore Donald Crowhurst.
Un altro tema fondamentale dei Terribili segreti di Maxwell Sim sono le conseguenze della tecnologia odierna. Ovvero come, nonostante le mail, i blackberry e Facebook, uomini come Maxwell vengano incatenati dalla solitudine. «Il mio romanzo prova proprio a chiedersi se il valore delle relazioni virtuali sia lo stesso di quelle “reali”». La risposta è straniante: Maxwell ha 70 amici su Facebook, ma nessuno di questi scrive mai sulla sua bacheca. La sua casella mail è travolta da spam sessuale. L’ex moglie si confessa agli sconosciuti su Internet - tra cui lo stesso Max “mascherato”. E il navigatore satellitare è l'unico compagno di viaggio. «Se penso al futuro, provo timore», confessa Coe, «ma cerco di non essere pessimista. Le mie figlie amano tutte le nuove tecnologie: Facebook, Skype, i videogiochi. Ma quando cominceranno a capire il mondo e la società corrotta che erediteranno, spero sapranno rimediare ai nostri errori».
Quanto influisce la tecnologia su uno scrittore di oggi? Anni fa, Coe diceva di sedersi e vagabondare in Internet in attesa dell’ispirazione. Oggi, ha cambiato idea: «La Rete può rivelarsi una grande distrazione e un’incredibile perdita di tempo. Al contrario, da sempre, l’ispirazione viene dalle interazioni tra esseri umani. Su Internet non puoi trovare nulla che sia più utile di trascorrere cinque minuti in un caffè ad ascoltare le persone intorno».
Il rovescio della medaglia della tecnologia, oltre alla solitudine, è ovviamente la privacy. Parola che appare anche nel titolo originale del libro (The Terrible Privacy of Maxwell Sim). Azzardo a chiedere a Coe cosa ne pensa della “legge bavaglio”, di cui parla anche la Bbc: «Difficile dirlo. Ma…» Ma? «Naturalmente credo nell’assoluta libertà di stampa, ma i giornalisti dovrebbero usarla responsabilmente. Le abitudini sessuali dei politici, per esempio, non sono una materia di interesse pubblico, a meno che non siano legate ad attività criminose».
Allora chiedo a Coe, di vecchie simpatie laburiste, chi abbia votato alle ultime elezioni: no comment. Però fa capire di non aver votato Cameron: «Sa parlare, ma dobbiamo giudicare le persone dai fatti. In questi giorni i conservatori stanno annunciando i tagli alla spesa pubblica. Ora cominceremo a scoprire che razza di governo è questo. Temo un futuro nero per i britannici, specialmente per quelli più poveri». Meglio i laburisti ancora senza un leader? «Credo che, in generale, la maggior parte dei politici britannici sia di livello davvero mediocre, se confrontati a quelli, per esempio, di venti anni fa. Le persone di sani principi non sono più interessate alla politica. Che oggi», dichiara Coe, «è governata dalle banche e dalle corporation. I leader di partito non contano più». E il suo vecchio “amore” Blair? «Quando sento la sua voce in radio mi vengono i brividi. Ora è ossessionato dalla religione e dall'inquietante certezza morale di esser sulla Terra per realizzare il volere di Dio».
A questo proposito, domando all’ateo Coe se sia possibile il mondo senza religioni sbandierato dai connazionali Dawkins, Pullman eccetera. «Certo, che è possibile», risponde lo scrittore. «Però la gente è così superstiziosa che non si verificherà per centinaia di anni. E in quel momento forse l’umanità sarà stata sterminata da una guerra religiosa». C’è un problema “islam” oltremanica, come recentemente dichiarato dal Nobel Soyinka («la Gran Bretagna è la fogna dell’estremismo islamico»)? «No», risponde deciso, «la grande maggioranza dei musulmani è moderata e pacifica. Non mi riconosco nelle bizzarre descrizioni di Soyinka, però è vero che la Gran Bretagna si sta sovrappopolando. Sarebbe una buona idea iniziare a restringere i flussi migratori».
Ad ogni modo, Coe avrà perso la fede in Dio, ma non in Capello. Ammette «il gioco orribile di una squadra senza speranza come l’Inghilterra» e «la vergogna di tutta una nazione, oramai sempre più depressa e stanca di vedere i Mondiali». Ma non getta la croce addosso al tecnico friulano: «La colpa è dei giocatori, che prendono stipendi enormi, che fanno bisboccia, ma che non hanno il carattere per giocare a livello internazionale». Chissà, magari la squadra di Capello è solo una metafora dell'attuale state of the nation. Cosa significa essere britannici nel terzo millennio? «Scrivo romanzi proprio per riuscire a capire cosa sia la Gran Bretagna oggi. Ma, dopo nove libri, sono ancora molto lontano dalla soluzione di questo mistero...».
Da il Riformista, 22/06/10
JONATHAN COE AD ALBA (CUNEO) IL PROSSIMO 10 OTTOBRE ALLE ORE 18,30 PRESSO LA CHIESA DI SAN DOMENICO PER PRESENTARE I TERRIBILI SEGRETI DI MAXWELL SM.
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