Qualche settimana fa, in un pub di Cork, vidi varcare la soglia un vecchio irlandese con una nera benda piratesca all'occhio destro. Poco dopo mi accorsi che, oltre alla cecità evidente, il povero malcapitato camminava con così tanta difficoltà che per arrivare al vicino bancone ci aveva messo qualche minuto, tra risatine e sorrisi poco edificanti degli altri clienti. Venni a sapere, per vie traverse, che si trattava di un ex militante dell'Ira, il quale molto tempo prima, nell'esplosione di un ordigno che stava preparando, aveva perso il fratello, un occhio e parecchie funzionalità del suo corpo. È stato automatico collegare il destino di questo anziano diavolo al rapporto di giovedì scorso dell'International Monitoring Commission (Imc), che definiva il consiglio direttivo delle sette menti dell'Ira non più operativo in Irlanda del Nord perché oramai senza un esercito, escludendo così un suo ritorno alle armi e postulando addirittura trattative tra Dublino, Londra e Ira stessa. Quel vecchio del pub sembrava la metafora vivente della oramai vecchia, derisa e anacronistica lotta civile armata, così dipinta dal bollettino di Imc. E le immediate dichiarazioni di sollievo dei vari leader politici (anche Gordon Brown) non si sono fatte attendere. Altrettanto tempestivamente però, il rapporto è saltato fuori dopo un articolo del Guardian del primo settembre, nel quale si diceva che gruppi estremisti dell'Ira sarebbero dietro alla recente ondata di violenza nell'Ulster in agosto. Che, tra rivolte, sparatorie ed ordigni, ha coinvolto un po' tutta l'Irlanda del Nord. Scorie di poco conto? Difficile a dirsi. Perché per la costruzione di una granata i dissidenti avrebbero usato anche il Semtex, esplosivo che l'Ira avrebbe dovuto distruggere due anni fa, secondo il processo di disarmo. Inoltre, nel rapporto Imc si legge chiaramente che, nonostante l'inefficacia attuale dell'Ira, è però improbabile che vi sia «un annuncio formale di scioglimento dell'organizzazione da parte dei suoi capi». E ciò ha stizzito il partito degli Unionisti protestanti (Dup), i quali, storicamente, sono sempre stati divisi tra due diverse correnti di atteggiamento con i ribelli, ossia «razionalismo» ed «istinto»: la prima non esclude la negoziazione con i terroristi, la seconda la esecra. A questo proposito il leader centrista Alderdice ha considerato ininfluente un eventuale annuncio formale dell'Ira. Insomma, meglio «non svegliare il can che dorme». E ha esortato il Dup a riconoscere la morte apparente dell'organizzazione paramilitare. Anche perché, altrimenti, andrebbe in fumo l'alleanza di governo con l'ex braccio politico dell'Ira Sinn Féin, proprio ora che è in gioco la devolution «anti-Londra» tanto agognata dal suo leader Gerry Adams che interesserà polizia e giustizia. Il Segretario di Stato Woodward ha per ora confermato il supporto a queste riforme storiche. Anche perché una crisi di governo ora sarebbe davvero poco opportuna. Tra le azioni intimidatorie degli estremisti di agosto c'erano anche minacciose scritte sui muri delle case dell'Ulster. A questo proposito il comune di Belfast, per prevenire l'insorgere di altre violenze, ha intenzione di rimuovere i famosi murales della lotta armata di unionisti e repubblicani, rifacendo il trucco alle raffigurazioni più violente nella zona ovest di Shankill Road. I murales di Belfast negli ultimi anni sono diventati una vera e propria attrazione turistica. Meno famosi, anche se ugualmente e macabramente affascinanti, sono quelli di Londonderry, la seconda città dell'Irlanda del Nord. Dove, a Bond's Street, i marciapiedi e il cielo sono colorati di verde, bianco e arancione e ti devi guardare costantemente le spalle mentre ti passano al fianco ragazze madri anche dodicenni. Un simile degrado sussiste, in maniera minore, anche a Belfast ovest e il Comune, d'accordo con residenti e persino paramilitari, si appresta a cambiare i volti dei murales anche per attirare nella zona nuovi investitori. Qualche anno fa, ad est della capitale, il progetto funzionò, con fucili e teschi sostituiti da immagini più pacifiche, come il gol di Healy nella storica vittoria dell'Irlanda del Nord contro l'Inghilterra nel 2005. E considerando quanti attualmente, nella stessa cattolica Repubblica d'Irlanda, vestano le magliette degli ex nemici inglesi Chelsea, Man Utd e via dicendo, la nuova linea artistico-sportiva dei murales è sicuramente azzeccata. Antonello Guerrera - da Il Riformista 07/09/08 |
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